REVOCA SCIA NON OLTRE 30 GIORNI, ALTRIMENTI DEVE ESSERE MOTIVATA

REVOCA SCIA NON OLTRE 30 GIORNI, ALTRIMENTI DEVE ESSERE MOTIVATA

Il Comune ha 30 giorni di tempo per revocare la SCIA, il TAR della Campania afferma che oltre questo tempo c’è l’annullamento in autotutela che va motivato.

Con la sentenza n. 1276/2020 il Tar Campania spiega che è possibile invalidare una SCIA in autotutela oltre il limite stabilito, ma la decisione va motivata nell’interesse pubblico.

Il caso in questione riguarda un privato, titolare di un permesso di costruire con autorizzazione paesaggistica, che presenta al Comune una SCIA in variante per l’esecuzione di lavori necessari per la divisione immobiliare e cambio di destinazione d’uso parziale della propria abitazione.

Il Comune respinge la SCIA trascorsi oltre 30 giorni dopo dall’avvenuta presentazione.

Il proprietario impugna la decisione presso il TAR ,in quanto ritiene illegittima la decisione del Comune di respingere la SCIA trascorsi i 30 giorni dalla presentazione , tempo entro il quale doveva avvenire l’invalidamento della stessa.

I giudici del TAR evidenziano la legge 241/1990 (relativa al procedimento amministrativo), il cui articolo 19, comma 6 bis ha ridotto da 60 a 30 giorni i termini per il potere inibitorio che l’Amministrazione pubblica può esercitare nei confronti dei lavori oggetto di una SCIA.

Trascorsi i 30 giorni il Comune può ricorrere ai soli poteri di annullamento in autotutela, indipendentemente dalla circostanza che il privato abbia o meno iniziato i lavori.

In questo caso i giudici sottolineano che il Comune ha illegittimamente annullato la SCIA, visto che erano trascorsi i 30 giorni, senza esercitare il suo potere in autotutela, che deve, per il pubblico interesse, essere sempre motivato entro un termine ragionevole, comunque non superiore a diciotto mesi dal momento dell’adozione dei provvedimenti di autorizzazione.

L’Amministrazione pubblica deve quindi rispettare i 30 giorni per l’annullamento dei lavori, altrimenti si creerebbe una profonda incertezza, nel silenzio della legge, di quale possa essere il termine ragionevole entro il quale il Comune può annullare senza dare motivazione sull’interesse pubblico.

Il ricorso viene quindi accolto.

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